L’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (ENCI) nasce nel 1882 per volere di alcuni gentiluomini, tra cui il Conte Carlo Borromeo, il Principe Emilio Belgioioso d’Este, Ferdinando Delor, Carlo Biffi e Luigi Radice, che decidono di dar vita ad una “Società per il miglioramento delle razze canine in Italia”.
Nasce come Associazione di appassionati che hanno a cuore la selezione delle razze canine e si trasforma in Associazione di allevatori e Ente nazionale per la tutela del cane di razza, il cui fine è quello di promuovere la cultura del cane come compagno di vita e come attore sociale, in grado di coadiuvare l’uomo in molteplici attività.
Per tanti anni l’impegno maggiore è stato quello di tutelare la straordinaria biodiversità di cui gode la specie, di organizzare esposizioni di bellezza che ne tutelassero la morfologia e il tipo, e di realizzare prove di lavoro per la selezione delle migliori qualità naturali e per la verifica della funzionalità delle razze cosiddette da lavoro. Oggi questo impegno non basta e l’ENCI non è più soltanto al servizio del cane, bensì anche della società civile, con interventi che hanno un’alta valenza sociale, come il recente accordo con l’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano per sedute di Pet Therapy.
Oggi l’ENCI è presente in maniera capillare su tutto il territorio nazionale grazie a più di 100 delegazioni che lo rappresentano localmente. L’ENCI si avvale del lavoro dei Gruppi Cinofili e delle Associazioni di Razza, che collaborano attivamente alla promozione e allo sviluppo della cinofilia organizzata, sia localmente che settorialmente.
L’ENCI riconosce la tutela di ogni singola razza a una Società Specializzata che periodicamente lo aggiorna circa la sua attività e le eventuali problematiche legate alla selezione della razza in oggetto.
In questi anni l’Ente ha portato avanti con successo sia l’indirizzo zootecnico pratico che quello formativo con l’organizzazione di corsi di cinotecnia, seminari, convegni orientali allo studio di problematiche tecnico-scientifiche, partecipando inoltre con successo ad esposizioni e prove di lavoro a carattere europeo e mondiale, conquistando prestigio ed evidenziando l’alto livello raggiunto dai prodotti dell’allevamento italiano.
Purtroppo c’è molta confusione in Italia su cosa sia il pedegree, su cosa serva e su come vada ottenuto.
Qualcuno lo scambia con il certificato di buona salute proposto alla consegna del cucciolo da molti allevatori/commercianti, altri pensano che basti frequentare una expo per averlo oppure andando all’ENCI (Ente Nazionale Cinofilo Italiano) richiedendolo semplicemente e comunque qualcuno continua a non capire a cosa serva.
Andiamo dunque a fare un po’ di chiarezza, anche per evitare malintesi quando si va a comprare il cane.
Sul pedigree si trovano i dati che identificano il cane cioè gruppo di appartenenza, razza, nome del cane, colorazione del mantello, numero di microchip, data di nascita, dati anagrafici del proprietario e/o allevatore e numero del documento che ci permetterà in qualsiasi momento lo vogliamo di esaminarlo anche inserendo i dati nel sito dell’ENCI. Inoltre ci si trovano anche i dati relativi ai premi vinti dagli antenati come bellezza o lavoro.
Il pedegree è un documento che riporta inoltre l’elenco degli ascendenti paterni e materni di un cane, così come compare nei libri genealogici dell’ENCI. Viene perciò riportato l’albero genealogico del cane (genitori, nonni, bisnonni e trisnonni).
In altre parole il pedegree è il certificato di iscrizione ai libri genealogici, è in pratica il documento ufficiale che testimonia che quel cane appartiene veramente a quella razza.
Per poter registrare un cane presso il registro dell’origini, bisogna che entrambi i genitori siano registrati e abbiano i pedegree.
In Italia l’ente che si occupa di iscrivere i cani ai libri genealogici è l’ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) che è affiliato alla FCI (Federazione Cinologica Internazionale).
Quindi tecnicamente vendere cani dichiarati di razza senza pedegree si configura come una truffa.
In questo caso il venditore dovrebbe esplicitamente dire che si tratta di un cane senza pedegree che ha molte caratteristiche in comune con quella razza, ma non può dirti che ti sta vendendo un cane di quella razza perché non ha la certificazione.
Un cane senza pedegree non può essere considerato di razza pura dal punto di vista della legge, neanche se fisicamente è uguale a uno con il pedegree.
Cani senza pedegree non possono partecipare alle manifestazioni ufficiali (esposizioni o prove di lavoro). L’iscrizione dei propri cuccioli al ROI (registro origini italiane) per un allevatore è un obbligo etico. Questo documento tra l’altro ha il modico costo di €48.
Un cane di razza è sinonimo di garanzia. Ogni razza è dettata da uno standard, cioè un insieme di condizioni morfologiche e caratteriali che il cane “deve” rispettare. Il tutto è certamente legato alla professionalità dell’allevatore, ai suoi metodi di selezione e alla qualità dei suoi riproduttori.
Purtroppo sempre più spesso le scelte sono influenzate da altri fattori, ad esempio nei social vediamo sempre più frequentemente vip fotografati o filmati con i loro cani, serie televisive con protagonisti cani come Lessie o Rex, cartoni animati come la carica dei 101 e per finire spot pubblicitari interpretati da cani di vario genere. Cercate di non farvi condizionare da questi affetti momentanei, guardate avanti e cercate la vostra “anima gemella” tramite canali informativi seri e non in base ad uno status. Rivolgendovi ad allevatori professionali che vi trasmettono fiducia che allevino poche razze, perciò concentrati su di queste con una loro conoscenza più ampia e approfondita. In questo può esserci utile consultare il sito dell’Enci che elenca tutti gli allevatori ufficiali per ogni razza in Italia.
Molto diffusa è la vendita tramite i canali online di cuccioli “di razza” proposti senza documenti, soprattutto senza pedigree. Il decreto legislativo 529/1992, con il quale sono state attuate le norme della direttiva CEE sulle “condizioni zootecniche e genealogiche che disciplinano la commercializzazione di animali di razza” prevede una sanzione che va dai i diecimila euro ai sessantamila euro per chi vende un animale non rispettando l’attuale normativa. Questa sanzione è applicabile a chi vende un cucciolo di cane o gatto spacciandolo per animale di razza senza documentarlo, cioè senza fornire il pedigree. Comprare uno di questi cuccioli vorrebbe dire esborsare soldi per un meticcio.
A questo punto è da consigliare piuttosto fare una buona azione ed adottare uno dei tanti cani presso i canili comunali che vi vengono affidati in maniera gratuita. Il consiglio che riceviamo spesso di adottare uno di questi cani abbandonati è da ritenersi sicuramente una buona azione, ma deve tenere conto anche dei problemi che può crearci in futuro un soggetto che non è frutto di selezione con la grande incognita del carattere.
Navigando in internet troveremo una quantità incredibile di annunci e inserzioni (subito, kijiji, bacheka etc..) di vendita cuccioli maltesi.
Chi offre cuccioli tramite questo canale sono spesso o privati che provano l’esperienza di una cucciolata fra le mura di casa o loschi individui che commerciano in modo illegale cuccioli in prevalenza dai paesi dell’est.
Nel primo caso il rischio maggiore può essere rappresentato dal fatto che i genitori dei cuccioli non abbiano la documentazione (pedigree) che certifica l’appartenenza alla razza maltese, perciò in assenza di un albero genealogico che mi garantisca che l’accoppiamento non sia stato fatto fra consanguinei. Da non sottovalutare inoltre, che un cucciolo allevato in casa apprende molte abitudini che magari non corrispondono con il nostro stile di vita. E’ molto più facile educare un cane privo di abitudini piuttosto che modificare un cane già viziato in partenza.
Nel secondo caso il rischio si amplifica notevolmente. Tutti conoscono la piaga dell’importazioni illegali di cuccioli che avvengono in violazione delle norme per la protezione e la salute degli animali. Purtroppo ancora oggi molte persone pur essendo a conoscenza del rischio che corrono, acquistano cani da questi canali attratti unicamente dal forte risparmio economico, usato come specchietto per le allodole. Cani maltesi ma in verità per la maggior parte meticci staccati dalle loro mamme a 45/50 giorni per essere poi spacciati come “toy”, forme di pura inventiva!!!
La crescita del cane ha delle tappe che devono essere rispettate. Dopo un primo periodo di allattamento viene il momento dello svezzamento attorno ai 70/80 giorni quando la mamma per natura allontana da sé il cucciolo.
Dopo lo stacco per il cane inizia un periodo di socializzazione dove imparerà a convivere con altri suoi simili per un minimo di 90 giorni, dopo tale periodo si può ipotizzare lo stacco definitivo dal gruppo, inserendolo in una nuova casa.
A quest’età il cane avrà ultimato anche le profilassi vaccinali antivirali e i trattamenti antiparassitari.
Il consiglio è quello di rivolgervi sempre ad un allevatore riconosciuto Enci (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) che per voi sarà garanzia di serietà, professionalità e affidabilità.
Una persona che vi consegnerà un maltese con tutte le documentazioni, vi permetterà di visionare dove il cane è stato allevato e vi darà tutte le informazioni utili per il suo buono inserimento nella vostra casa rimanendo sempre a vostra disposizione per qualsiasi ragguaglio e consiglio.
Per ottenere il pedegree per i propri cuccioli l’allevatore dovrà effettuare presso la delegazione ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) della provincia, la denuncia di monta e di nascita, entro 25 giorni dal parto (modello A).
Avrà poi 3 mesi dalla data di nascita, dopo aver microchippato i cuccioli, per trasmettere alla stessa delegazione il modello B, nel quale sono riportati singolarmente le descrizione di tutti i cuccioli, il nome, il numero di chip ed eventualmente il nome del nuovo proprietario.
Nel giro di circa un mese l’ENCI provvederà a far pervenire all’allevatore o al nuovo proprietario i certificati di iscrizione (pedegree).
I pedegree italiani, stampati su carta marroncina fili granata, riportano tutti i dati significativi del soggetto:
Ci sono anche pedegree stampati su carta verdina sono i certificati RSR (Registro Supplementare Riconosciuti, ex LIR).
I soggetti in possesso di questo certificato devono essere sottoposti al giudizio di specialisti, che ne attestano la conformità allo standard e solo i figli della terza generazione potranno avere un certificato ROI, un vero e proprio pedegree.